PILATES È VITA SANA
Per un benessere integrale della persona: il Pilates, uno strumento efficace
Voi cercate con i sensi e la mente
Ma la risposta arriva dal vostro spirito
E’ così che le rondini imparano a volare
Attraverso l’oceano.
Dr. Edward Bach, Lettere e Scritti Vari, 22 aprile 1933.
- Cosa intendiamo quando parliamo di cura, guarigione, benessere?
- Come impattano le emozioni sulla nostra salute fisica, sul nostro sistema di risposta all’ambiente esterno, sulla nostra capacità di rispondere alla malattia?
- Il nostro corpo e la nostra psiche sono entità separate?
- Ma soprattutto, cosa c’entra la pratica di Pilates in tutto questo?
Facciamo un passo indietro.
Il sapere scientifico ha dibattuto sin dai tempi più antichi l’integrità di corpo mente e anima. La salute non era un dato puramente oggettivo, legato alla risoluzione del sintomo, ma alla realizzazione del complesso equilibrio dell’intero sistema chiamato essere umano. Lo stesso giuramento d’Ippocrate, IV secolo A.C circa, per garantire la salute delle persone si appellava alla protezione divina, a qualcosa di extra carnale, a forze che avevano la loro sede nei cieli, lontane dalle misere tribolazioni terrene.
L’illuminismo, per progredire nella conoscenza, ha poi condotto ad una necessaria esigenza di separazione, di elogio al dettaglio, al pezzo che si unisce al pezzo, trovando nella rivoluzione industriale e nella produzione di serie la corsa all’ingegnerizza e processa; così nelle attività di catena industriale, cosi nella considerazione del corpo e delle sue parti da sezionare e riassemblare.
Dalla metà del XIX secolo, momento di nascita della psicofisica, la scienza occidentale è ritornata a considerare l’integrità del sistema corpo-mente-(spirito). Gli studi medico-scientifici più attuali sono ora in riavvicinamento alle tradizioni greco-orientali, riunendo questi pezzi e portando il divino nella composizione stessa dell’essere umano, spostando così il focus dal termine di salute a quello di benessere, di più ampio concetto.
Sussistono ormai diversi studi che associano direttamente gli effetti della psiche sul corpo e viceversa, in un continuo dialogo, in una continua reciprocità, creando ponti tra la realtà fisica del corpo e quella impalpabile delle emozioni.
Dalla metà degli anni ottanta[1], si sviluppa un nuovo approccio attraverso la psico-neuro-endocrino-immunologia, amichevolmente PNEI, che introduce una nuova lettura dei sistemi, un tempo per forza analizzati nella loro specificità, ora finalmente riuniti in un unico assamble: il sistema psichico, neurologico, endocrino ed immunitario suonano insieme in un continuo scambio d’informazioni. Le funzioni del nostro sistema-corpo sono basate, in estrema sintesi, sulla comunicazione ovvero siamo fatti di relazioni dialoganti, dove le informazioni si bloccano, dove il meccanismo s’inceppa, emerge il sintomo. Come accade in tutti i sistemi complessi[2].
“L’organismo funziona come un Network di sistemi strutturati ed interconnessi, che influenzano e sono influenzati dalla dimensione psichica” [3] cita in prefazione il manuale di PNEI (2017), in cui un intero capitolo è destinato all’analisi degli strumenti di modulazione di questo Network, ovvero di tutti quei mezzi che favoriscono il mantenimento dell’equilibrio dinamico dell’intero sistema umano. Sono così riconosciuti come efficaci, in senso preventivo e terapeutico, l’alimentazione, l’attività fisica, la psicoterapia, la meditazione e altre discipline definite olistiche[4].
Quindi possiamo liberamente sostenere che gli stati d’animo agiscono sul benessere dell’intero sistema biochimico e viceversa. Le emozioni hanno la facoltà di attivare o inibire le risposte immunitarie e così, lo stato di salute del nostro corpo determina lo stato di salute della nostra psiche e del nostro vivere quotidiano. Un sapere antico che ora è chiaramente confermato dal dettaglio sperimentale. Se desideriamo la salute fisica, abbiamo bisogno di vivere in un contesto di benessere diffuso, di equilibrio sistemico direbbe qualcuno, di armonia tra l’ambiente interno e quello esterno, direbbe qualcun altro.
Perché parliamo allora di movimento e perché parliamo di Pilates per il benessere integrale della persona?
Respirare, muoverci, mangiare sono elementi essenziali alla nostra definizione antropologica di esseri fisici, ci appartengono di natura. Il movimento ci accompagna sin dai primi stati evolutivi come feti e il grado di movimento fetale è proprio indice del benessere dei bambini nel grembo materno. L’atto respiratorio, quando nasciamo, rappresenta la porta a questo mondo di realtà, passando da un ambiente caldo, denso e liquido, ad un ambiente freddo, leggero e gassoso. Un vero e proprio shock, tanto che ce ne dimentichiamo, ma le azioni del corpo e del respiro, che è movimento di per sè, sono le prime chiavi di lettura e gli strumenti di conoscenza che la natura ci mette a disposizione sin dai primi vagiti. Impariamo a capire e a sopravvivere al mondo, attraverso il nostro corpo e alla realizzazione delle sue funzioni primarie. Nell’infanzia il movimento è parte integrante dello sviluppo salubre della persona: giocare e muoversi all’aria aperta sono necessità per la crescita equilibrata del corpo e dello sviluppo cognitivo.
Il movimento è dunque la prima risorsa di benessere che la natura ci mette a disposizione, che si accompagna necessariamente alla respirazione. Non a caso la natura ha strutturato il diaframma come muscolo (inteso come forza, sostegno, pulsione) e non come semplice membrana intraddominale.
Arriviamo dunque al metodo Pilates.
Oggi noto dal nome del suo inventore Joseph Hubertus Pilates (1883 – 1967), in realtà era da lui stesso definito Contrology (Contrologia) ossia non solo disciplina del controllo muscolare, ma una vera e propria arte fondata sulla “completa coordinazione di corpo, mente e spirito”[5] e riconosceva quanto l’idoneità fisica (un corpo in salute) fosse il primo requisito della felicità. Pilates infatti, ben conosceva i limiti imposti da un corpo sofferente, avendo sperimentato un’infanzia fragile ed ospedalizzata a causa del rachitismo e dell’asma. Tale esperienza lo portò ad approfondire la meccanica anatomica e respiratoria attraverso lo studio e la pratica di diverse discipline atletiche (culturismo, lotta greco-romana, pugilato per citarne solo alcune) e arti orientali (tra cui lo yoga e il Tai Chi), dedicandosi anche all’osservazione del movimento degli animali. Durante il primo conflitto mondiale, Pilates ebbe la possibilità d’implementare il metodo e trasformarlo in un vero approccio rieducativo e terapeutico, attraverso la presa in cura dei soldati allettati di rientro dal fronte, brevettando appositi strumenti attraverso l’utilizzo di molle e cinghie dei letti di ospedale. Infine, durante il periodo statunitense, completò l’evoluzione dello strumento attraverso l’incontro con il mondo della danza e delle sue interpretazioni corporee.
Secondo alcuni studi[6] Pilates è ritenuto un metodo affine alla Mindfulness ovvero un’attività rivolta al benessere mentale associato a un benessere diffuso grazie alla centralità dell’atto respiratorio e della gestione della mente, riconoscendolo così come metodo di somatic education[7], educazione somatica “the art and science of the interrelational process between awarness, biological function and the environment, with all three factors undestood as synergistic whole”[8], ovvero non solo educazione fisica ma educazione somatica[9], favorevole allo sviluppo di un aumento della forza muscolare, degli allineamenti posturali, di presenza-concentrazione-consapevolezza e soprattutto, di autorevolezza sensoriale.
La pratica di Pilates lavora secondo principi precisi[10], in un’ottica di continuo miglioramento, libera dal senso di competizione, se non con se stessi e gli obiettivi personali. Non esiste un punto di partenza assoluto, ogni allievo ha il proprio sul quale lavorare e crescere. I principi ispiratori guidano in una spirale crescente in cui la loro stessa applicazione ne determina la costante buona riuscita: l’esercizio del controllo favorisce lo sviluppo di più controllo, l’esercizio della fluidità favorisce lo sviluppo continuo di sempre maggior fluidità, l’esercizio dell’attenzione favorisce sempre più attenzione e concentrazione e così via. E’ una pratica strutturata che può prevedere macchine e attrezzi, ma può anche essere svolta nel salotto di casa a letto, a terra o su una sedia. Non ci sono limiti di età o di condizione fisica di partenza poiché, oltre ad essere un’attività a basso impatto sullo stress cardiocircolatorio, è una pratica creativa, flessibile ed adattabile alle esigenze individuali, esattamente come un abito confezionato su misura. Può essere pratica propriocettiva, ginnastica respiratoria o allenamento intenso e preparatorio ad ogni pratica agonistica.
Pilates è espressione in movimento e, come abbiamo avuto modo di disquisire, il movimento è vita. E’ uno degli strumenti che, parafrasando Jung, contribuiscono ad allenare la presenza a se stessi, a riconoscerci come spazio attivo nell’ambiente che ci circonda. E tale consapevolezza ci permette di attivare tutte quei meccanismi adibiti alla capacità di rispondere adeguatamente agli stimoli esterni, siano essi positivi o meno[11]. La cura è puntuale e spesso affidata a qualcuno di diverso ed esterno da noi, la guarigione è il processo che ci permette di utilizzare al meglio ciò di cui disponiamo e di dirigere l’impegno della cura prima di tutto, verso noi stessi.
Se a questo punto permangono ancora dei dubbi sull’efficacia del movimento nella gestione della propria salute e, sull’efficacia di Pilates in particolare, vi attendiamo a braccia aperte negli studi di Yes Pilates, dove troverete istruttori consapevoli e preparati pronti a seguirvi nel vostro personalissimo percorso di benessere.
[1] J. Edwin Blalock, Odile Costa “Immune Neuro Endocrine Interaction: Implication for Riproductive Psicology”, The New Accademy of Science (1987). Primo articolo in cui si evidenzia sperimentalmente l’interrelazione tra sistema nervoso, sistema endocrino ed immunitario, grazie alla scoperte che i linfociti, oltre ad essere agenti diretti del sistema immunitario, hanno recettori per gli ormoni ed i neurotrasmettitori prodotti dal cervello e, al tempo stesso, producono ormoni e neurotrasmettitori del tutto simili a quelli prodotti dal cervello.
[2] Secondo la fisica moderna, un sistema complesso è un sistema dinamico, composto da diversi sottosistemi che interagiscono vicendevolmente tra loro. Tali sistemi possono essere studiati attraverso metodi con approccio olistico – il tutto è maggiore della somma delle sue singole parti (come per gli studi di psicologia sociale) oppure con metodi riduzionistici, ovvero scomponendo e analizzando le singole sue parti.
[3] Francesco Battaccioli, Anna Giulia Battaccioli “PscioNeuroEndocrinoImmunologia e scienza della cura integrata. Il Manuale.”(2017).
[4] Tutto, intero, totale, principio fisico-filosofico secondo cui il tutto è oltre la somma delle sue singole parti.
[5] Joseph Hubertus Pilates, William J. Miller “Return to Life Through Contrology” (1945).
[6] Karen Caldewell, PH.D., Marianne Adams et altri “Pilates, Mindfulness and Somatic Education” Journal of Dance and Somatic Education (2013) in collaborazione con The Department of Human Development and Psychological Counceling, Appachian State University, NC USA .
[7] Batson G, Schwartz RE “Revisting the value of somatic education in dance training throgh an inquiry into practive schedules” Journal of Dance and Education (2007).
[8] “L’arte e la scienza del processo interreazionale tra consapevolezza, funzione biologica e mentale, con tutti e tre i fattori intesi come insieme sinergico”.
Eddy M. “A Breif history of somatic practice and dance: Historical development of the field of somatic education and its relationship to dance”Journal of Dance and Somatic Practice (2009).
[9]Soma, dal greco – corpo, nella tradizione vedica (2000 – 1500 AC) era riferito ad una pianta, il cui succo spremuto costituiva una bevanda ritenuta capace di portare salute ed immortalità, ma era riferito anche al suo alter ego divino, come il Dio della Luna, ponte tra il genere umano e gli dei, animatore dei guerrieri e consolatore degli afflitti.
[10] In ordine anarchico: respirazione (utilizzo di una tecnica respiratoria codificata che accompagna l’esecuzione dell’esercizio), concentrazione(condurre l’attenzione da ciò che accade fuori di noi a ciò che accade dentro “è la mente che costruisce il corpo”), controllo (movimenti attenti, calibrati di qualità “pochi movimenti precisi ed eseguiti in una sequenza bilanciata hanno lo stesso valore di ore ed ore di contorsioni forzate e fatte in modo approssimativo”), allineamento (focus posturale, centralità Power House), forza (rinforzo muscolare graduale e continuo), fluidità(qui Piates chiama in causa l’inconscio affermando che “la pratica quotidiana degli esercizi –routine- ha la facoltà d’incidere a livello inconscio e donare grazia ed equilibrio a tutte le attività quotidiane”), precisione (“la cosa più importante non è ciò che stai facendo, ma come lo fai”).
[11] Siamo sempre sottoposti ad agenti stressanti (stressors); essi possono essere fattori di Distress (stress come spinta autodistruttiva e autosabotante) o Eustress (stress come energia e forza creativa).