SISTEMA POSTURALE E ALIMENTAZIONE

Curare il movimento in funzione del benessere del sistema digerente

Il rapporto tra alimentazione sregolata e patologie osteoarticolari è ampiamente verificato e punta il dito su un eccessivo consumo di grassi saturi, carni rosse, latte e soprattutto di zucchero bianco. Tutti alimenti capaci di provocare nel nostro organismo uno stato infiammatorio che finisce col peggiorare i problemi osteoarticolari e muscoloscheletrici.
Ma quale legame possiamo trovare tra il SISTEMA POSTURALE E L’APPARATO DIGESTIVO?
Una disbiosi del tratto digestivo, che in gergo si riferisce a uno squilibrio microbico che può sfociare in disturbi e malattie più o meno gravi (dal gas intestinale alle infiammazioni croniche, dall’obesità al tumore), va a creare delle interferenze sulla postura, così come un’azione migliorativa sulla postura può migliorare anche il funzionamento dell’apparato digerente.
Tutto avviene in quanto la disbiosi può modificare in parte anche la mobilità stessa dei visceri e, siccome le fasce di rivestimento dello stomaco, dell’intestino e dei vari visceri sono fortemente innervate e si vanno ad attaccare vicino alla colonna, una maggiore produzione di gas (causata da un’irritazione della mucosa intestinale) può tradursi in una maggiore pressione sul diaframma e sulle strutture di rivestimento dei visceri innescando una serie di reazioni sul sistema posturale.
Nello stesso modo un tratto lombare troppo rigido o una parete addominale che non lavora bene possono avere effetti negativi sulla funzionalità del transito intestinale.
Tutto è strettamente collegato per cui un sistema in difficoltà va osservato in vari aspetti.
Il grande ostacolo a un’alimentazione equilibrata, da un punto di vista nutrizionale ma anche rispetto alla capacità di svolgere una funzione preventiva sulle patologie dell’apparato osteoarticolare, è il legame col sistema cognitivo emozionale. Legame che permette di trovare un effimero benessere emozionale legato all’assunzione di certi cibi, questo per via di una vera e propria manipolazione biochimica del cervello che riesce a farci credere che alcuni cibi siano capaci di darci piacere, ma si tratta di un benessere temporaneo.
La dipendenza da questi alimenti particolarmente gustosi e riempienti è in grado di procurare danni fisici importanti.
Ma oltre all’eccessiva alimentazione associata a una lunga serie di patologie più o meno gravi, il consumo di quantità importanti di zucchero può causare una vera e propria dipendenza fisica, psicologia e sociale al pari del consumo di una qualsiasi altra droga. Il rilascio di serotonina e di endorfine, che segue l’assunzione di alimenti zuccherati, è il vero responsabile di questo benessere effimero e di breve durata, in quanto i livelli di serotonina nel giro di qualche ora tornano ad essere quelli di prima dell’assunzione di zucchero.
Purtroppo questo processo finirà col creare un vero e proprio attaccamento a quell’ingrediente tanto appagante nel breve ma anche tanto dannoso.

Tramite molti esercizi personalizzati il METODO PILATES porta al miglioramento di gastrite, colite, colon spastico, reflusso e irregolarità intestinali perché, ottimizzando la funzionalità muscolare, interviene sul sistema posturale che, a sua volta, va ad allentare tensioni a livello viscerale. L’educazione alla respirazione e all’ascolto del proprio corpo ossigena e libera sistemi che si sono irrigiditi e ingolfati.
Il movimento guidato è molto spesso la soluzione migliore ai problemi che sorgono con abitudini alimentari disordinate, infatti le diete da sole non sempre portano ad un risultato sostanziale e duraturo.
Per ottenere un esito ottimale è necessario unire le forze e curare il percorso di miglioramento e di guarigione da un punto di vista della nutrizione, della motivazione ma anche del corretto movimento.

Carola Pegan

DIETA ANTINFIAMMATORIA
Il consumo di verdura e di frutta con alto potere antiossidante, di cereali integrali, di pesce azzurro, di alimenti ricchi di grassi polinsaturi della serie omega 3 e di “superfood” come zenzero e curcuma saranno alla base di un regime alimentare antinfiammatorio.
Seguire un programma nutrizionale, ricco di alimenti con spiccate proprietà antinfiammatorie, permette inoltre di mantenere sotto controllo l’apporto calorico che, se eccessivo, diventa un altro fattore aggravante dell’infiammazione.
Una dieta antinfiammatoria contribuirà a ripristinare la funzionalità intestinale ovvero a riportare l’intestino in una condizione di eubiosi, ma anche per controllare il dolore alle articolazioni e ai muscoli.

D.ssa Giulia Parodi

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