Introduzione (come funziona il Sistema)
L’uomo deve all’equilibrio la sua capacità di relazione con il mondo che lo circonda. Fin dalle prime fasi dello sviluppo e per tutto il resto della vita questa funzione si struttura attorno ad un processo ininterrotto di riconoscimento, memorizzazione e catalogazione dell’esperienza sensitivo/motoria finalizzato all’elaborazione di strategie di movimento.
Dinamiche quotidiane, adattamenti funzionali minimi o risposte immediate a perturbazioni improvvise dell’omeostasi posturale sono l’espressione di questo servo-meccanismo, all’interno del quale un ruolo fondamentale è giocato dai sensori che hanno il compito di scandagliare attimo per attimo la realtà oggettiva in cui siamo immersi quotidianamente.
Questi sensori, nel corso dell’evoluzione, si sono differenziati a tal punto da fornire al Sistema Nervoso Centrale (SNC) dati estremamente sofisticati sull’atteggiamento statico e dinamico del corpo e su tutte le forze fisiche agenti sullo stesso.
Così, ad esempio, se da un lato il ricettore vestibolare (localizzato nell’orecchio interno) è straordinariamente efficace nel rilevare le accelerazioni angolari della testa nello spazio e di leggere la traiettoria lineare gravitaria inducendo le opportune reazioni di bilanciamento corporeo per il mantenimento della stazione eretta o il riacquisto della stessa dopo una modifica dell’atteggiamento posturale, dall’altro il sensore propriocettivo informa in tempi reali i centri superiori di integrazione sullo stato di tensione delle fibre muscolari e sul carico muscolare.
Se da un lato l’occhio è impegnato nella scansione tridimensionale della realtà oggettiva che lo circonda, dall’ altro i centri corticali e sovracorticali partecipano all’elaborazione e alla rappresentazione interiore del concetto di Verticale Soggettiva.
L’integrità di questa complessa organizzazione è preservata da un insieme di circuiti neuronali che, in base alla modalità di reclutamento, possono funzionare ora da filtri ora da modulatori del segnale periferico e centrale. Una perturbazione dell’omeostasi di questo straordinario sistema genera in tempi rapidi un segnale di allarme rappresentato dalla vertigine, dall’insicurezza e da un corteo di sintomi accessori ascrivibile alla sfera neurovegetativa (nausea, vomito, sudorazione, tachicardia ecc.)
Per lungo tempo il principale approccio terapeutico al paziente con questi tipi di disturbi è stato di tipo passivo, con lunghi periodi di allentamento e unicamente limitato al controllo farmacologico della sintomatologia neurovegetativa, dimenticando che, fin dal 1976, Lacoure e colleghi avevano individuato nella mobilizzazione precoce, dei primati sottoposti a deafferentazione monolaterale del nervo vestibolare, la chiave di svolta per ridurre i tempi di recupero motorio, rispetto al gruppo di controllo costretto all’immobilità.
Ulteriormente il gruppo di studio richiamava l’attenzione sul fatto che la sollecitazione motoria inadeguata nel gruppo di controllo provocava un deficit stabile dello schema motorio nel tempo.
Questo studio, che ha rappresentato una pietra miliare nello sviluppo della moderna vestibologia, ha messo in chiara evidenza quanto il Sistema Nervoso Centrale sia in grado di riprogrammare se stesso gestendo contemporaneamente i circuiti neuronali danneggiati con quelli ancora perfettamente funzionanti, favorendo di volta in volta l’attitudine adattivo-compensatoria o l’abitudine allo stato di malattia.
L’attenta analisi di questi processi ci spinge attualmente a ritenere che questo modo di procedere del Sistema Nervoso Centrale non sia attivo unicamente in caso di patologia ma addirittura ogni qualvolta subentri una modificazione delle normali abitudini di vita.
Così avverrebbe ad esempio per il ginnasta che si abitua progressivamente a gestire il suo equilibrio su una superficie di appoggio ridotta come una trave o per l’astronauta che in pochi minuti si ritrova in una condizione di totale assenza del segnale gravitario.
La moderna terapia riabilitativa delle vertigini sfrutta appieno tutti questi principi, per cui anche l’aspetto motorio ha un’azione fondamentale nel recupero delle funzionalità nei soggetti con disturbi dell’equilibrio; ecco perché si è sviluppato un programma specifico dedicato alle patologie vestibolari attraverso il Metodo Pilates.